
Taccuini | mostra personale di Giovanni Telve
13 Gennaio 2023 - 3 minutes read“Taccuini”, mostra dei taccuini di Giovanni Telve
14 gennaio – 28 gennaio 2023
inaugurazione sabato 14 gennaio, ore 18:00
intervengono Fiamma Ficcadenti, Giorgios Papaevangeliou, Federico Rebecchini, modera Anna Riciputo
evento a cura del Gruppo MoaNato a Roma nel 2001, Giovanni disegna quotidianamente dal 2016.
Durante gli ultimi anni sperimenta con diverse tecniche, tenendo sempre però costante la presenza del taccuino, che quindi segue e descrive il suo percorso artistico.
Colleziona 1500 pagine di disegni in 30 taccuini che sono qui esposti in ordine cronologico.Alcune considerazioni sullo spazio del taccuino e il suo significatoSe “la fotografia non mostra la realtà ma l’idea che se ne ha” (Neil Leifer) nei taccuini viene espressa, attraverso il disegno, anche la propria interpretazione della realtà.
Un concetto di cui sto prendendo consapevolezza da poco è che se la realtà esiste come mia percezione, allora nello scegliere cosa percepire del mondo posso costruire la mia realtà: il taccuino diventa quindi uno spazio dove scoprire il mondo e creare il proprio.
Questo punto di vista è espresso per esempio da Giovanni Truppi in Mia:
“Lo sai ci sono persone, posti ed emozioni
che voglio sempre con me
e allora li metto dentro le canzoni
io sono un mago, questa è la mia magia
e vuoi o non vuoi sei mia”
qui l’atto creativo, nel suo caso rispetto alle canzoni, fa esistere più intensamente alcune cose all’interno della sua realtà. Allo stesso modo per me i taccuini hanno (e hanno sempre avuto, ora ne sono solo più consapevole) lo stesso ruolo: dedicando la mia attenzione alla rappresentazione di un soggetto, quel soggetto esiste di più in me.
In Percezioni di Realtà (Stampa Alternativa, 1993) Albert Hofmann scrive che la realtà è il risultato dell’interazione tra spazio esterno e i nostri sensi, e che siamo quindi noi a creare il nostro mondo:
“Esiste uno spazio fisico che ognuno di noi condivide con gli altri esseri umani; ciascuno di noi, viceversa, è il solo possessore del proprio spazio spirituale interiore. È qui e non altrove il luogo dove si crea l’immagine che chiamiamo realtà. Essa cresce dentro di me grazie ai miei organi di senso. Mi appartiene. Io sono l’unico possessore di questa immagine che corrisponde al mondo, al mio mondo”
(p.51)
In modo ancora più intenso ne parla anche Thomas Traherne, citato da Hofmann, nel vedere ogni individuo come il solo erede del mondo intero:
“Mai riuscirai a gioire del mondo fintantoché non sentirai l’oceano scorrere nelle tue vene, fintantoché non ti rivestirai del firmamento e ti coronerai di stelle, contemplandoti come l’unico erede del mondo
intero – e ancor di più, poiché ci sono altri individui che, come te, ne sono gli unici eredi” (da “Secoli di meditazione”)
In quest’ordine di idee, il taccuino diventa quindi lo spazio di creazione del proprio mondo e di definizione di sé, e la ricerca artistica si fonde così con la scoperta del mondo e di sé.