Progetti di linguaggio | presentazione del libro di Pietro Zampetti

8 Settembre 2021 - 5 minutes read

› presentazione del libro Progetti di linguaggio. Notazione e composizione nell’architettura italiana 1964-1973 di Pietro Zampetti per Libria (prefazione di Gianni Contessi, interviste a Francesco Moschini e Marcello Sestito);
› domenica 12 settembre, ore 19;
› intervengono Franco Purini, Valerio Paolo Mosco, Massimo Prampolini, Paolo Martellotti e coordina Dina Nencini.

Quali ragioni ha la forma dell’architettura? In che modo l’architetto sceglie il proprio linguaggio? Esiste un momento precedente al progetto in cui egli, solo con i suoi disegni, è libero di riflettere sui propri metodi compositivi?

Attraverso cinque esperienze italiane fra il 1964 e il 1973 – La Pietra, Purini, Archizoom, Superstudio, Studio Labirinto – questo libro racconta come alcuni architetti abbiano costruito un proprio sistema linguistico, collocandolo tra espressioni culturali quali, ad esempio, la Minimal art, l’Arte cinetica, la pittura di Klee, Capogrossi, Novelli, Perilli, la poesia del Gruppo 63, la linguistica di Saussure, Hjelmslev, Chomsky.

Nel “progetto di linguaggio” viene tratteggiata una possibile via di fuga teorica e operativa da ogni tendenza omologante e dogmatica, in nome di un’effettiva autonomia di pensiero e d’invenzione in architettura e, più latamente, nelle arti.

Pietro Zampetti è architetto e dottore di ricerca in Architettura – Teorie e Progetto, Dipartimento di Architettura e Progetto, Sapienza Università di Roma, disegnatore, progettista e scenografo teatrale. È fondatore e direttore artistico dello spazio Sinestetica a Roma, attivo nella promozione ed esposizione di progetti editoriali e artistici.

Franco Purini, architetto, è Professore Emerito dell’Università La Sapienza di Roma. Membro dell’Accademia Nazionale di San Luca e dell’Accademia delle Arti del Disegno, ha ricevuto la Medaglia d’Oro di Benemerito della Cultura e dell’Arte del Presidente della Repubblica e la Medaglia d’Oro alla Carriera della Triennale di Milano. È autore di opere costruite e progetti, segnalati in pubblicazioni, enciclopedie e di numerosi libri, fra i quali Comporre l’architettura. Protagonista dell’architettura disegnata ha presentato il suo lavoro in molte mostre in Italia e all’estero.

Valerio Paolo Mosco, architetto e critico di architettura, è autore di Giuseppe Terragni: The war, the end (Forma Edizioni, Firenze, 2021); Architettura italiana. Dal Postmoderno ad oggi (Skirà Edizioni, Milano, 2017), Perchè l’architettura italiana e altri scritti (AR Edizioni, Roma, 2017), L’ultima cattedrale (Sagep Edizioni, Genova, 2015), Naked Architecture (Skirà, Milano, 2012), Ensamble Studio (Edilstampa, Roma, 2012); Steven Holl (Motta-Sole 24 ore, Milano, 2011); Cinquant’anni di ingegneria in italia (Edilstampa, Roma, 2010); Zero Volume Architecture (con Aldo Aymonino, Skirà Edizioni, Milano, 2006). Insegna allo IUAV. Ha insegnato alla Cornell University a Itahca e a Roma, al Politecnico di Milano, all’IIT, all’Universidad de Navarra in Pamplona e alla Facoltà di Architettura di Ferrara. E’ il direttore della Rivista Viceversa.

Massimo Prampolini ha insegnato Filosofia del linguaggio e Semiotica nelle università di Roma (La Sapienza, LUISS, ISIA – Istituto Superiore Industrial Design), Siena, Urbino, Roskilde (Danimarca), Salerno. Ha curato i Saggi di linguistica generale di Hjelmslev (Pratiche 1981), pubblicato la monografia Ferdinand de Saussure (Meltemi 2004), studi sullo strutturalismo europeo, su Ludwig Wittgenstein e di analisi strutturale del testo.

Paolo Martellotti è un architetto formatosi a Roma negli anni ‘60 con il gruppo dello Studio Corso Vittorio. Con il suo studio Il Laboratorio (di cui è titolare con P. Pascalino) lavora in vari settori: edilizia pubblica, restauro monumentale, arte dei giardini, formulazione di Concept. Museologo e museografo, è specializzato in “ricomposizioni museografiche” di opere d’arte frammentarie scultoree e architettoniche. Svolge sia in Italia che all’estero un’ampia attività nel settore espositivo.
Con una costante produzione di opere di pittura e scultura prosegue le ricerche linguistiche avviate alla fine degli anni sessanta con il gruppo d’avanguardia Il Labirinto – di cui è tra i fondatori – che ha operato dal ‘69 al ‘79. Sue opere sono nella collezione della galleria A.A.M di Roma, e nelle collezioni permanenti del MAXXI di Roma, del centro Pompidou di Parigi, del Museo Schusev Mosca, del Museo Tchoban Berlino.

Dina Nencini è docente di progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma. Conduce principalmente studi sull’architettura italiana, con particolare attenzione agli sviluppi ed alle specificità della produzione teorica e progettuale del nostro Paese nel confronto con il panorama della cultura architettonica internazionale.
Oltre a svolgere attività professionale è redattrice per alcune testate nazionali di architettura.