
Linda Aquaro: illustrazioni, incisioni, cianotipie
12 Aprile 2018 - 6 minutes readDal 22 aprile al 4 maggio gli spazi di Sinestetica ospiteranno i lavori di Linda Aquaro con l’intento di tracciare un percorso d’insieme, attraversando le molteplici declinazioni e le varie tecniche sperimentate nel corso degli anni.
Se all’origine della formazione di Linda vi è un’attenzione verso i corpi e l’anatomia umana, approfondita durante i primi studi di pittura, con l’ingresso alla Facoltà d’Architettura entra a far parte della sua riflessione anche il paesaggio, la costruzione. Non un’antitesi irrisolta tra natura e artificio, anzi: come riporta Lorenzo Tunesi ne “Le città di Linda Aquaro”, si tratta di “scomposizioni architettoniche dal sapore antropomorfo e anatomie destrutturate dalla forte connotazione architettonica”.
Due sono le ricerche che più hanno impegnato l’artista negli ultimi anni. “Altrove” è una riflessione che parte dall’attenzione per i volti umani e conduce attraverso un discorso di contaminazione con elementi del paesaggio o semplicemente con lo sguardo e la memoria di chi guarda, in cui i lineamenti, le rughe, le imperfezioni anatomiche si sublimano e diventano simbolo, puro tratto esposto a qualsiasi interazione con l’occhio e l’immaginazione. Per usare le parole di Linda, “Altrove traduce lo sguardo in esistenza: ogni ruga è un vivo pensiero dei protagonisti. È quel luogo dove si è già stati o dove si vorrebbe stare, lo spazio dove potersi riappacificare col tempo o patire il soggiogamento dal “sé”.
Il secondo di questi due cicli è “Quel che resta del cielo”. L’uomo plasma la terra, costruisce e configura lo spazio circostante in funzione delle sue necessità, rapportandosi sempre e comunque con una copertura mutevole ma immutabile. Proprio l’architettura in questo dialogo diventa valore aggiunto, strumento di trasformazione non solo dello spazio terreno ma anche di quello aereo, capace di costruire anche in negativo, definendo il vuoto e circoscrivendolo. I nostri muri, i nostri edifici, qualsiasi elemento architettonico e urbano diventa parte di questo confine disegnato, demarcazione tra costruito e non. Porzioni di cielo strappate dalla città, sagomate in particolari geometrie che si caratterizzano proprio per le valenze architettoniche della città stessa. Da questo incipit è nato questo progetto, un piccolo atlante geografico alternativo, che descrive città e contesti urbani attraverso i loro negativi celesti.
La retrospettiva che presenteremo non può esulare da una riflessione profonda sulla tecnica: le opere di Linda Aquaro, qui esposte tra lavori ad olio, inchiostro, acquerello, cianotipie e incisioni, inducono chiunque le incontri a interfacciarsi con la loro stessa genesi. Che si tratti di volti umani, grovigli di strade, porzioni di cielo ritagliate da sagome urbane, è evidente che la dimensione dell’artista è qui anzitutto la dimensione dell’artigiano, in cui è il gesto l’atto essenziale, corroborato da un’attenzione particolare verso i processi meccanici, come ad esempio la stampa.
——–
LINDA AQUARO nasce a Cisternino nel 1982. Frequenta il corso di Decorazione Pittorica presso l’Istituto Statale d’Arte di Grottaglie, dove si diploma nell’anno 2000.
Durante gli studi apprende varie tecniche che saranno motivo di spunto e rielaborazione negli anni successivi, tra tutte quella della cartapesta. Inoltre, lo studio dal vero le permette di approfondire l’analisi del corpo umano, che diventa uno dei temi centrali della sua ricerca.
Abbandonata l’idea di continuare gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti, nel 2001 decide di trasferirsi a Roma, dove tutt’ora vive e lavora, per iscriversi alla facoltà di Architettura di “Vallegiulia”. In questi anni incomincia a utilizzare la tecnica della pittura ad olio.
Gli studi universitari diventano motivo di una personale analisi dell’architettura e allo stesso tempo dell’anatomia umana: l’unione tra uomo e costruito diventa tale da snaturare ruoli e funzioni. Non più un’architettura per l’uomo, ma l’uomo per l’architettura.
Prende corpo così la prima personale del 2006, che raccoglie i lavori di questo periodo, intitolata “Architettura e Uomo: discontinuità spaziali tra deformazioni anatomiche e instabilità
urbane”.
Nel 2007 si laurea con lode con tesi progettuale in Museografia e Allestimento, incentrata sul tema della città ideale e utopica. Dal 2006 collabora con vari studi di architettura della capitale.
In questo periodo sviluppa un personale uso del collage in pittura, tecnica su cui saranno incentrate una serie di estempore (come il ciclo “Favola” del 2008) e di opere aventi come tema la figura umana e la città.
Le opere più recenti ritornano su soggetti figurativi, con una nota di maggiore realismo, affrontando temi legati alla morte e al cambiamento. Inoltre con il ciclo “Cronache di resistenza”
l’artista affronta il tema della resistenza e della lotta sociale.
Nel 2011 incontra il mondo dell’incisione attraverso la personale dell’artista Gina Marziale, grazie alla quale apprenderà le nozioni base dell’arte calcografica. Nello stesso anno incontra
l’incisore Gianni Vernì e Viviana del Carpio, con i quale fonderà nel 2013 l’Associazione culturale per la diffusione dell’Arte calcografica “Officine Incisorie”.
———–
INGRESSO LIBERO
Durante l’inaugurazione il bancone Sinestetica sarà felice di accogliere ogni vostra richiesta con drink e leccornie varie.