
Il lungo addio // proiezione gratuita
3 Giugno 2019 - 3 minutes readTratto dall’omonimo romanzo di Raymond Chandler, “The long goodbye” è un film unico e inafferrabile, sospeso tra esistenziale e noir. Con un indimenticabile Elliot Gould nel ruolo di Philip Marlowe.
➵ The long goodbye (Robert Altman, 1977). Versione in lingua originale coi sottotitoli in italiano.
➵ mercoledì 19 giugno, Sinestetica. Inizio proiezione ore 20.00.
➵ ingresso libero su prenotazione, popcorn inclusi. Per prenotarsi è sufficiente scrivere il proprio nome sull’evento (es. Paolo + 3)
Il detective Philip Marlowe accetta di portare un amico, Terry, al confine con il Messico dopo che questi gli ha chiesto aiuto per sfuggire alle ire della moglie e di non meglio specificati inseguitori. Non trascorrono molte ore e Marlowe viene fermato dalla polizia che lo accusa di aver favorito la fuga di un omicida: la moglie di Terry è stata uccisa. Ma la detenzione dura poco perché dal Messico giunge la notizia che Terry si è suicidato. Ora il detective inizia ad occuparsi di un nuovo caso: la scomparsa di uno scrittore alcolizzato. Ma Terry non è del tutto uscito dalla sua vita.
“Ecco: la regia di Altman è di per sé un magnifico e straziante lungo addio al cinema classico, urlato in inquadrature senza più centro, in perenne movimento instabile, tentando di star dietro un protagonista che va a zonzo nei segni di un cinema costantemente messo in abisso da superfici riflettenti (vetri, specchi, quadri, acqua, ecc) nell’impossibilità di trovare un referente a quelle immagini che non sia il riflesso della Hollywood che fu. Con tutta la nostalgia che questa consapevolezza si porta dietro. Il sublime divenire confuso e sornione di Elliot Gould (debitore di Bogart, certo, ma nel contempo anni luce lontano dal pragmatismo del divo anni ‘40) è commovente nel suo essere perennemente fuori posto, fuori tempo, ironico eppure lacerato nell’anima; capace ancora di credere nelle femme fatale o nelle amicizie virili eppure costretto a infrangere per sempre quel velo immaginario nello sconvolgente finale.
Insomma: questo Long Goodbye (onnipresente e ossessiva la canzone composta da John Williams) fluttua dentro e fuori i suoi canoni di riferimento come scarto tra la memoria di Hollywood e le nuove Vague europee. Tra i traumi della storia (non più le ombre espressioniste della seconda guerra mondiale, ma la luce accecante della Guerra Fredda) e le ossessioni personali di Altman.”
Pietro Masciullo su Sentieri selvaggi
Prima e dopo la proiezione, il bancone di Sinestetica sarà a vostra disposizione per un aperitivo, con vino, birre artigianali, cocktail, taglieri e molto altro.