
Il lungo addio // proiezione gratuita
2 Gennaio 2020 - 3 minutes readTratto dall’omonimo romanzo di Raymond Chandler, “The long goodbye” è un noir esistenziale, unico e inafferrabile. Con un indimenticabile Elliot Gould nel ruolo di Philip Marlowe.
➵ The long goodbye (Robert Altman, 1977). Versione in lingua originale coi sottotitoli in italiano.
➵ mercoledì 15 gennaio, Sinestetica. Inizio proiezione ore 20.30.
➵ ingresso libero fino a esaurimento posti. Si consiglia di arrivare con qualche minuto di anticipo.
Il detective Philip Marlowe accetta di portare un amico, Terry, al confine con il Messico dopo che questi gli ha chiesto aiuto per sfuggire alle ire della moglie e di non meglio specificati inseguitori. Non trascorrono molte ore e Marlowe viene fermato dalla polizia che lo accusa di aver favorito la fuga di un omicida: la moglie di Terry è stata uccisa. Ma la detenzione dura poco perché dal Messico giunge la notizia che Terry si è suicidato. Ora il detective inizia ad occuparsi di un nuovo caso: la scomparsa di uno scrittore alcolizzato. Ma Terry non è del tutto uscito dalla sua vita.
“Ecco: la regia di Altman è di per sé un magnifico e straziante lungo addio al cinema classico, urlato in inquadrature senza più centro, in perenne movimento instabile, tentando di star dietro un protagonista che va a zonzo nei segni di un cinema costantemente messo in abisso da superfici riflettenti (vetri, specchi, quadri, acqua, ecc) nell’impossibilità di trovare un referente a quelle immagini che non sia il riflesso della Hollywood che fu. Con tutta la nostalgia che questa consapevolezza si porta dietro. Il sublime divenire confuso e sornione di Elliot Gould (debitore di Bogart, certo, ma nel contempo anni luce lontano dal pragmatismo del divo anni ‘40) è commovente nel suo essere perennemente fuori posto, fuori tempo, ironico eppure lacerato nell’anima; capace ancora di credere nelle femme fatale o nelle amicizie virili eppure costretto a infrangere per sempre quel velo immaginario nello sconvolgente finale.
Insomma: questo Long Goodbye (onnipresente e ossessiva la canzone composta da John Williams) fluttua dentro e fuori i suoi canoni di riferimento come scarto tra la memoria di Hollywood e le nuove Vague europee. Tra i traumi della storia (non più le ombre espressioniste della seconda guerra mondiale, ma la luce accecante della Guerra Fredda) e le ossessioni personali di Altman.”
Pietro Masciullo su Sentieri selvaggi
Prima, dopo e durante la proiezione, il bancone di Sinestetica sarà a vostra disposizione per un aperitivo, con vino, birre artigianali, cocktail, taglieri e molto altro.