
In mostra dal 14 gennaio al 9 febbraio 2018.
Sinestetica approfitta del clima polare per accompagnarvi in un viaggio oltre il Circolo Polare Artico, attraverso le fotografie, gli scritti e i disegni di un giovane architetto alla ricerca di un progetto e alla scoperta di uno dei posti più estremi del mondo: le isole Svalbard.
L’Arcipelago delle Svalbard e Longyearbyen, fin dalla loro scoperta nel 1596, sono stati ritenuti principalmente un luogo votato allo sfruttamento di risorse. La ricerca di queste ultime, che continua tutt’oggi, si trasforma in ricerca scientifica in numerosi campi: geologia, geofisica, biologia e tecnologia su tutti. Pyramiden è l’ultimo avamposto russo all’interno dell’arcipelago. Fino a settanta anni fa una prospera miniera sfruttata dall’URSS, oggi rappresenta una ghost town la cui sopravvivenza è legata a sognanti programmi turistici di esotica nostalgia.
Spronato da qualche suggestione letteraria e filosofica ben selezionata fra Verne, von Humboldt, Thoreau, Chatwin, Krakauer, Andrea parte verso nord, alla ricerca di un’architettura-limite, che dialoghi con l’utopia e che espliciti e contestualmente estremizzi il carattere rude, certamente ostile, di questo luogo. La mostra che presentiamo intende mettere in relazione metaforica viaggio e progetto, esplorazione del mondo e indagine formale, presentando tre percorsi paralleli che procedono attraverso differenti linguaggi: fotografico, verbale e grafico.
————————-
Andrea D’Urzo nasce a Torre del Greco, Napoli, nel maggio del 1991. Fin da piccolo si allena nell’arte della curiosità e padroneggia la pratica dell’esasperazione altrui. Distrattamente diplomato, si laurea con maggiore attenzione nel luglio 2017 in Architettura presso l’Università Sapienza di Roma con Dina Nencini, correlato da Stefano Catucci. Durante gli studi scopre la fotografia come metodologia di indagine e piattaforma narrativa. Ci si dedica con lodevole e romantico impegno solamente quando ne ha voglia.